ecco qui un riassunto per capirlo meglio però mia mamma l'ha letto e ha detto ke nn è un grankè:
Gomorra, scritto da Roberto Saviano (, ha il grande merito di raccontare la camorra, ma anche il capitalismo globale, dal di dentro, con gli occhi dell'uomo del sud che con il suo motorino gira per le frontiere della grande Napoli e vive, conosce, a volte partecipa, alle manovre del crimine organizzato, che spesso mostra un'efficienza industriale da fare invidia ai grandi capitani di industria americani. Saviano cita molte fonti, dati, ma è l'esperienza diretta che rende questo libro speciale e l'urlo strozzato di rabbia con cui chiude l'ultimo capitolo è una sfida non solo alla camorra, ma anche e sopratutto all'omertà dei campani e al mondo cosiddetto "legale", "perbene", che mostra purtroppo fin troppi legami di affari con le mafie.
Il libro è diviso in capitoli che analizzano le diramazioni degli affari della camorra, nel napoletano e in giro per il mondo, evidenziando la grande capacità imprenditoriale e di mediazione della criminalità organizzata campana, senza dimenticare il sottostrato di estrema violenza che la caratterizza.
Gomorra è una miniera di informazioni sul commercio internazionale e subito si scopre l'importanza che ha il porto di Napoli nel commercio cinese. Si scopre che proprio a Napoli il più grande armatore cinese, la COSCO, che possiede la terza flotta più grande del mondo, ha preso in gestione il più grande terminal per container, consorziandosi con la MSC (sede a Ginevra) che ha la seconda flotta più grande del mondo. Si tratta di 950 metri di banchina, 130.000 mq. di terminal container e 30.000 mq. esterni. Il traffico di container è incredibile e Saviano sottolinea come nel porto, al contrario della tipica lentezza di Napoli, quello che fuori viene fatto in un ora, qui in un minuto; tutto è automatizzato e non si deve perdere un secondo. I controlli diventano un problema, anche per chi è onesto ed è difficile controllare i container che escono dal porto ogni anno: ufficialmente vengono registrati 1.600.000 tonnellate di merce proveniente dalla Cina, ma almeno un altro milione passa senza lasciare traccia. Sono cifre enormi, un fiume di merce che poi si disperde in tutta l'Italia e in Europa.
Ma i cinesi non si fermano a questo. Stanno cercando di entrare nel mercato dell'abbigliamento di eccellenza, quello delle grandi firme della haute couture, che è appannaggio della camorra e che viene prodotto da un sottobosco di micro imprese con sede a nord di Napoli. Infatti in quella che viene conosciuta come la Las Vegas campana, una serie di paesi come Caivano, Sant'antimo, Arzano..., chiamata così perchè costruita nel nulla, nel deserto della legalità e del vivere civile. Qui le imprese sono di 10 dipendenti, non c'è conflitto di classe, il padrone è un ex operaio, la famiglia vive al piano di sopra dello stesso edificio della fabbrica e le operaie lasciano le figlie alla moglie del proprietario; non c'è rete di protezione, diritti, giuste cause, permessi, ferie, il diritto te lo costruisci, le ferie le implori: si lavora sull'eccellenza e si hanno stipendi infimi: ma non c'è l'uno senza l'altro.
Saviano ci dice che queste aziende partecipano alle aste che fanno le grandi griffe, che riescono ad assicurarsi prodotti di altissimo livello a poco prezzo, su cui poi i vari stilisti metteranno il loro marchio, se chiaramente rispettano gli standard che avevano fissato al momento dell'asta. Saviano fa amicizia con uno dei lavoranti, Pasquale, un vero genio del taglio, che di nascosto dà lezioni ai cinesi italiani, che stanno cercando di combattere la concorrenza delle merci che vengono dalla Cina facendo un salto di qualità alla propria produzione.
Una sera Pasquale vede nella notte degli Oscar Angelica Jolie e riconosce il suo abito. Il suo occhio infallibile riconosce ogni cucitura di quell'abito. Da quella sera Pasquale si rifiuta di continuare il suo lavoro e cambia: diventa camionista, un lavoro che mortifica le sua magiche mani. Pasquale sapeva che quel lotto sarebbe andato in America, ma vedere quell'abito sul corpo di Angelica Jolie gli è parso una beffa insopportabile.
La produzione, che non ha l'autorizzazione della casa madre, viene diffusa dal clan di Secondigliano in una rete di negozi di tutto il mondo: con qualità e marca assoluti, una sorta di falso-vero. In Australia, in Sudamerica, a Cuba. Le griffe della moda hanno protestato contro il grande mercato del falso gestito dalla camorra solo dopo che l'Antimafia ha scoperto l'intero meccanismo. Infatti la camorra controllava moltissimi punti commerciali, la distribuzione, gli agenti, i trasporti, e i clan non rovinavano l'immagine delle griffe, ma ne sfruttavano il carisma pubblicitario e simbolico, aiutando la diffusione del marchio, anche tra chi non avrebbe potuto mai indossare i capi griffati, facendo falsi di taglie che le griffe non producono per questioni d'immagine.
A Secondigliano hanno capito che la capillare rete