Una settimana fa ho conseguito l'esame al corso di analisi e critica del cinema orientale (a pieni voti, iuppi!), dunque sono fresca di studi in materia, ma comunque è qualcosa che come sai mi affascina da sempre, dunque non sono state le lezioni all'università ad istruirmi, ma ho sicuramente imparato qualcosa di più.
E ciò che ho imparato in particolar modo è che nella terra del Sol Levante non c'è distinzione fra cinema e cinema d'animazione orientale, mentre in Occidente questa divisione è ben netta.
In Giappone in particolar modo non si vede il cinema d'animazione come un qualcosa di differente dal cinema tradizionale, per loro i disegni, le immagini che danno vita poi alla pellicola, non sono altro che attori, solo non in carne ed ossa, ma non c'è alcuna peculiarità che rende questo modo di far cinema in qualche modo meno valente del cinema tradizionale con attori fatti da esseri viventi.
E' per questo che cito ora un regista d'animazione giapponese, perché ho imparato che non c'è alcuna discriminazione fra registi e registi in Oriente.
Dunque faccio il nome di Goro Miyazaki, figlio del noto maestro Hayao Miyazaki.
E' un regista ed animatore molto giovane e la sua carriera è in netta ascesa.
La sua filmografia comprende appena due pellicole, "I racconti di Terramare" del 2006 e "La collina dei papaveri" del 2011, e per quanto abbia ancora molto da imparare dal padre, trovo che sia un regista abile e promettente, un talento da non sottovalutare, ma del resto buon sangue non mente.
A differenza del padre, col suo ultimo film ha abbandonato le vene filosofiche e s'è concentrato sul rappresentare la più semplice delle storie d'amicizia, però arricchendo il tutto con una visione nostalgica del passato ed un occhio verso il futuro prossimo.
Dunque LA COLLINA DEI PAPAVERI è il film recente che ti consiglio di vedere.
Un regista senza tempo è sicuramente Akira Kurosawa, trovo che sia il più valente rappresentate del cinema orientale del passato. Non a caso è fonte di ispirazione per registi contemporanei quali sono Wong Kar-Wai, Takeshi Kitano, Hsiao-hsien Hou, Nagisa Oshima, John Woo, Kim Ki-duk e tanti altri. I film senza tempo di Kurosawa che voglio ricordare sono "Trono di sangue", "I sette samurai", "Kagemusha", "Rashomon" e "Sogni".
Dunque ti consiglio fra questi di vedere TRONO DI SANGUE.
Passiamo ora alla tua domanda riguarda il mio regista preferito asiatico.
E' difficile da scegliere per me, diciamo che nel podio metterei al primo posto a pari merito Hayao Miyazaki e Zhang Yimou.
Trovo che entrambi sappiano unire poesia, filosofia ed arte nel loro modo di fare cinema.
Miyazaki è il pioniere del cinema d'animazione e da vent'anni, grazie alla sua sempre geniale ed innovativa vena artistica, crea dei veri e propri diamanti cinematografici.
Lui, attraverso le sue pellicole, racconta la realtà vestendola dei sogni di una favola, non tralasciando però temi importanti come la passione, l'amicizia, l'amore e l'ardimento.
Sa regalare momenti di assoluta poesia sia a piccini che ad adulti.
Zhang Yimou è un regista cinese che più volte ha colpito delle particolari corde del mio essere.
Questo regista sa regalare dei raffinatissimi affreschi di varie epoche della storia cinese, film che si possono considerare dei piccoli gioielli di perizia ed eleganza.
Yimou mostra tutta la sua abilità nel cogliere ed enfatizzare il ricco cromatismo della sua terra che si traduce in paesaggi da favola, costumi accattivanti, interni ripresi come fossero palazzi reali. Un gusto estetico notevolmente sviluppato e fine.
Film come "Ju Dou", "Lanterne rosse", "La città proibita" e "Vivere!" sono di una bellezza folgorante, te li consiglio vivamente.
Al di fuori della tua domanda ma, dato che siamo nella sezione Cinema si dovrebbe parlare proprio di questo, ti consiglio di vedere anche questi film di altri registi:
- "Primavera, estate, autunno, inverno... E ancora primavera" di Kim Ki-duk;
- "2046" di Wong Kar-Wai, regista che mi catturò totalmente coi film "In the mood for love" e "Ferro 3 - La casa vuota";
- "The Happiness of the Katakuris" di Miike, una perla surreale e magnetica che merita d'essere scoperta;
- "Pioggia opportuna sulla montagna vuota" di King Hu, un film che fonde commedia, dramma storico e kung-fu movie con una leggerezza insuperata;
- "Tarda primavera" di Yasujiro Ozu;
- "La strada della vergogna" di Kenji Mizoguchi, l'ultima opera di questo straordinario regista giapponese;
- "Juliet in love" di Wilson Yip, un film infinitamente bello;
- "Dying at a hospital" di Jun Ichikawa, una pellicola straziante, universale, cinema di alto livello.